Il 2020 è stato l’anno più pazzo di sempre, secondo il TIME il ‘peggior anno di sempre’ (magari rileggere un po’ di storia non guasterebbe), e però noi come tanti abbiamo imparato tanto. Quindi, con tutto l’ottimismo di cui siamo capaci, è stato l’anno più importante da molti a questa parte. L’avevamo iniziato cambiando casa, una casa che poi, ovviamente, abbiamo abitato molto poco. Ma l’anno è stato importante perché ci ha insegnato più di quanto potessimo immaginare.
Abbiamo imparato alcune cose banali:
- che più di ogni teoria del cambiamento è la pratica che fa la differenza e che: ti dà davvero l’autorevolezza per poter dire agli altri cosa fare (come si dice: walk the talk, predica bene e razzola meglio)
- che lavorare in remoto sembrava impossibile ma che, come minimo: insegna a lavorare, a col-lavorare, obbliga a darsi quel metodo che nell’interazione side by side diamo per scontata e – quindi – non usiamo
- che immaginare il futuro è un esercizio che non si fa mai abbastanza: ora che ci siamo dentro, sappiamo quanto fosse tutto sommato facile immaginarlo, se solo avessimo voluto/saputo vederne i segnali
- che il vero punto è ‘l’imprevedibile accelerazione del mondo’, quanto velocemente cioè questo futuro ci arriva addosso, e quanto siamo pronti a sopportarne la botta
- che più di ogni altra cosa conta l’organizzazione: quale struttura può resistere a queste accelerazioni? Con quali regole? Con quali ruoli?
Per questo, mentre ci abituavamo a questa nuova vita, abbiamo restaurato da zero la nostra casa online, che sarebbe questa. Dentro ci sono alcune storie recenti, per noi importanti. Storie di valore, storie di cambiamento, più o meno di successo ma che di sicuro ci hanno insegnato molto. Dentro, poi, ci sono le nostre idee, e i progetti in cui siamo coinvolti.
Come ti sembra?